C’è insoddisfazione in CODIRP sul tavolo pensioni. Serve maggiore flessibilità in uscita
Le possibili soluzioni in un documento elaborato dalla Confederazione dei dirigenti pubblici.
C’è delusione in casa CODIRP dopo l’incontro di oggi con il Ministero del Lavoro e con la Funzione Pubblica sul tema pensioni. “Dopo vari incontri senza che sia emersa una linea orientativa – dichiara la Segretaria generale Tiziana Cignarelli – continua ovviamente la ridda di ipotesi. Da giornali, media e social, che nei primi incontri riferivano di ipotesi di pensionamento a quota 92 o 94, ora, dopo una serie di incontri interlocutori, si riparla del sistema quota 100, ma i numeri peggiorano: si parla di 101, 102 o comunque di soluzioni sempre più asfittiche e penalizzanti. Anche per i contributi numeri a salire, da ultimo 41 anni. Neanche all’incontro di oggi purtroppo c’è stata una discussione concreta. Del resto, ribadisco, per fare ciò il tavolo sulle pensioni deve diventare unico.”. “Occorrono – conclude – trasversalità di competenze ed obiettivi, si deve tentare di introdurre anche soluzioni che concorrano indirettamente alla sicurezza sanitaria e lavorativa e nel contempo favoriscano un’accelerazione nel ricambio generazionale e nella spinta all’innovazione nel sistema pubblico”.
Per CODIRP infatti gli interventi in materia pensionistica devono essere finalizzati sopratutto a sostenere misure per il ricambio generazionale e l’occupazione giovanile. In quest’ottica occorrerebbe introdurre i requisiti di età minima di 62 anni per tutti, nell’ottica di diminuire le diseguaglianze derivanti dai diversi sistemi di calcolo della pensione e dagli elevati limiti di età introdotti negli ultimi anni.
“Un intervento immediato ed attuale, correlato alla situazione epidemiologica crediamo debba essere orientato a finalizzare anticipi pensionistici anche alle misure di sanità indiretta e ai correlati sussidi economici previsti (ivi comprese le linee di finanziamento del recovery fund): contagi COVID 19, lavoratori anziani, fragili. Non può, infatti, non tenersi conto della novità rappresentata dall’emergenza Covid-19, sotto il duplice profilo della tutela previdenziale dei lavoratori “fragili” e dei riflessi occupazionali della situazione emergenziale. Devono infatti trovare tutela tutti quei lavoratori anziani che si trovino in condizioni di fragilità (anche la sola età anagrafica è di per sé un grave fattore di rischio per il Covid) e soprattutto i lavoratori anziani occupati in attività a rischio che non siano “smartabili” o che per età e condizione professionale non siano utilizzabili in attività da remoto che richiedono competenze informatiche di rilievo). Per questi lavoratori sarebbe preferibile operare sulla flessibilità in uscita anziché ricorrere agli ammortizzatori sociali (Protezione)” è questo il commento di Francesco Lucà, presente all’incontro e molto preoccupato delle misure in itinere che riguardano I dirigenti medici, dei quali è nota la prossima massiccia uscita dal mondo del lavoro.
La soluzione per CODIRP, sintetizzata nel documento allegato, è quella di una maggiore flessibilità in uscita sia per i trattamenti delle pensioni di vecchiaia e di anzianità ordinarie, sia per i pensionamenti anticipati.
- Requisiti di base: 62 anni di età e 30 anni di contributi, anche per tendenzialmente conformare i requisiti dell’applicazione del calcolo del trattamento previdenziale con il sistema contributivo, su base volontaria.
- Aggiungere altre forme e modalità di flessibilità in uscita anticipata, anche contributiva, sia pure calibrando età, anche di contribuzione ed entità di calcolo della pensione, su base volontaria.