Le anticipazioni della ricerca di Codirp sui dirigenti pubblici italiani
Segretario Generale Codirp Cignarelli: «Come classe dirigente del sistema pubblico non possiamo non raccogliere quelle che anche Papa Leone XIV definisce le sfide per il lavoro, la dignità umana, la giustizia lanciate dall’intelligenza artificiale. Abbiamo il compito di promuovere un cambiamento a misura delle persone; per il sistema pubblico significa sburocratizzare e semplificare i servizi ai cittadini, migliorando le condizioni di lavoro».
Roma, 13 maggio 2025 – A breve la Confederazione Dirigenza Pubblica CODIRP renderà pubblici i risultati della ricerca svolta con l’Istituto SWG sull’atteggiamento dei Dirigenti PA nei confronti dell’Intelligenza artificiale. Balzano agli occhi nelle anticipazioni della ricerca che ha coinvolto più di 1500 dirigenti nelle aree Istruzione e Ricerca, Sanità e Dirigenza Enti Statali e Ministeri, gli atteggiamenti sostanzialmente favorevoli (pur con qualche cautela) che gli intervistati riservano a questo ineludibile cambiamento del modo di lavorare.
Il 79% dei dirigenti pubblici intervistati vive questa transizione all’interno della PA soprattutto come un’opportunità: il 41% sostiene che l’IA permetterà di dedicare più tempo a compiti più complessi che richiedono maggiore attenzione, mentre il 38% la considera una risposta necessaria al bisogno di semplificazione dei processi e delle attività. Una quota marginale esprime comunque timori per la propria professione di sostituzione della manodopera da parte dell’IA.
Risulta necessario trovare un equilibrio tra l’implementazione dell’IA all’interno della quotidianità lavorativa e la valorizzazione del ruolo del lavoratore pubblico. Un primo passo utile in tal senso è l’identificazione delle aree di competenza che possono essere più facilmente delegate ai sistemi di IA e quelle che dovrebbero rimanere in capo ai lavoratori. Per i partecipanti alla ricerca, i professionisti sono le figure più competenti a svolgere quelle attività caratterizzate da una componente di soggettività o di emergenza (es. selezione del personale, organizzazione interna o gestione delle crisi).
Emerge inoltre un’ulteriore certezza: se c’è in atto una transizione tecnologica il dipendente della PA vuole esserne coinvolto mantenendo come caposaldo l’idea che l’IA debba essere utilizzata nella PA non in sostituzione del lavoratore ma in suo aiuto. Difatti, il 68% non concorda con l’idea che debba essere l’uomo ad adattarsi all’evoluzione tecnologica e quasi 4 intervistati su 5 sostengono l’importanza di avere un’autonomia nel decidere se e quando usare l’IA. In questo ritengono importante il ruolo del sindacato, chiamato ad avere un ruolo nella transizione tecnologica con al centro l’Intelligenza Artificiale: il 98% del campione lo ritiene necessario. Nello specifico, per una transizione efficace verso l’IA, quasi tutti gli intervistati chiedono l’organizzazione di eventi formativi a tema rivolti ai lavoratori (73%). In secondo luogo, si dovrebbero mettere in luce la figura dei diversi dipendenti pubblici rispetto all’IA (56%), prevedendo anche una disciplina dell’uso dell’IA all’interno della contrattazione collettiva (41%). Anche se in maniera minore, ai sindacati viene chiesto inoltre di occuparsi della trasparenza dell’uso dei dati (36%) in quanto permette una maggiore limpidezza nelle scelte datoriali di recruiting e nei percorsi di carriera.
Dalla ricerca CODIRP emerge l’immagine di una dirigenza pubblica consapevole del proprio compito e pronta a cogliere le opportunità del cambiamento tecnologico (per il 55% IA entrerà sicuramente a far parte nel quotidiano della propria vita lavorativa in tempi brevi). Tuttavia, o forse proprio in ragione della funzione percepita del loro lavoro, i dirigenti e i professionisti chiedono di essere coinvolti nella riorganizzazione dei processi mantenendo come caposaldo l’idea che l’IA debba essere utilizzata nella PA non in sostituzione del lavoratore ma a sostegno. E in questo il sindacato viene ritenuto alleato necessario nella transizione tecnologica che prosegue il percorso di digitalizzazione e che trova, ora ancor più di prima, nel lavoro agile il passaggio fondamentale per continuare ad ancorare la rivoluzione in atto al lavoratore.
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